Amarcord bianconero by Ernesto Ferrero

Amarcord bianconero by Ernesto Ferrero

autore:Ernesto Ferrero [Ferrero, Ernesto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858429204
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il calcio era uno sport prevalentemente parlato e scritto, un qualcosa che stava tra la tradizione orale e il racconto nelle stalle. Era, in fondo, letteratura nazional-popolare, o almeno affabulazione, qualcosa che lasciava campo e anzi esigeva l’intervento interpretativo del lettore-ascoltatore-esecutore, proprio come accade con uno spartito musicale. Una partita di calcio è una buona metafora della vita (ho scoperto che lo aveva detto anche Sartre; poi Sergio Givone, juventino, lo ha corretto: «La vita è una metafora del calcio»). Ogni partita è un romanzo breve, brilla della stessa incompiutezza e fallibilità degli esseri umani, delle loro grandezze e miserie e imprevedibilità. Dentro ci sono il tutto e il nulla, la storia e la cronaca. Me lo conferma Brera: «Una partita è come un libro: lo legge uno sprovveduto, e non va oltre il rilievo banale della trama; lo legge un esperto e ogni particolare prende giusta evidenza nella sua memoria».

«Leggere» una partita non è meno importante che «scriverla». C’è dentro tutto: il singolo e il gruppo, il talento e l’istinto, l’intelligenza e la fisicità, il calcolo e l’incoscienza, il metodo e l’improvvisazione, il caso e la necessità, la pazienza e l’irruenza, la condanna e il riscatto, l’imprevisto e il consequenziale, l’ingiustizia e il risarcimento. Il bravo calciatore ha da essere al tempo stesso «golpe et lione», come in Machiavelli.

Il calcio è una lampante, inconfessabile metafora sessuale: la porta come la natura femminile, oggetto d’assalti selvaggi, assediata con la cieca ferocia del desiderio, che obbedisce soltanto all’istinto. Il gol come violenza sessuale andata dopo un lungo assedio, nel delirio collettivo del branco infoiato. Al contrario, la difesa della porta è la difesa dei lari domestici, del patrimonio famigliare, della virtú di spose, madri e sorelle.

Ma il calcio è anche l’unico sport in cui possono vincere i piú deboli, in cui anche gli ultimi, i diseredati possono sperare nel miracolo, nel riscatto, in un’ora di gloria. Una fiaba in cui le stesse funzioni narrative producono risultati ogni volta diversi. Identico resta il piacere di sentirsela ripetere. Ancora, dice il bambino. Ancora, ripete il tifoso.

Forse per questo il calcio piace tanto agli scrittori.



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